Mi hanno sempre affascinato i sistemi di trasmissione non convenzionali. In particolare quelli che potessero garantire alla catena di lavorare sempre su una stessa coppia di pignoni e nel medesimo piano. I gearhubs, ad esempio, come il magnifico Speedhub ROHLOFF, la famiglia dei gearhubs SHIMANO, SACHS, SR SUNTOUR, l'avveniristico e atipico NUVINCI... Tuttavia questi splendidi oggetti hanno un paio di "difettucci": i ruotismi epicicloidali (rendimento meccanico inferiore rispetto al sistema pignoni e catena a rulli) ed il peso, proprio concentrato nella massa non sospesa della ruota posteriore. Che fare? Diversi costruttori e progettisti si sono cimentati con varie soluzioni anche molto ingegnose volte a risolvere i suddetti "difettucci". L'ultima arrivata ad esempio, la neozelandese ZERODE centralizza un mozzo SHIMANO Alfine 8v (un vero gioiello!) andando a realizzare la trasmissione con un doppio giro di catena: splendida bici! Rimangono però i ruotismi epicicloidali con il loro rendimento non proprio ready to race.
Non mi dilungo oltre nell'analisi storico – tecnica.
Non mi dilungo oltre nell'analisi storico – tecnica.
Due anni or sono ho avuto l'onore di conoscere due guru della MTB: Franco Ricci Mingani alias FRM e Daniele Cappellini alias NOSMOKE MTB. Il primo non ha bisogno di presentazioni, il secondo è un vulcanico appassionato con le mani d'oro ed il mouse davvero felice con AUTOCAD. Dall'incontro di questi virtuosi DNA nacque una piattaforma per i test sul campo del magnifico PHASER, un gearbox brevettato, piuttosto atipico e che, a fronte di una relativa complicazione, elimina i due difettucci di cui sopra oltre a pacco pignoni, cambio, guarnitura, deragliatore, ecc..
Ho ipotizzato di rinverdire i fasti di quella felice collaborazione con la seguente proposta/provocazione: un bel frameset integrato con il PHASER in salsa 29er! Efficienza su efficienza! La conformazione del telaio cerca di mantenere un family feeling con quelle che sono le forme usuali: telaio a diamante molto, molto slooping. L’idea è quella di affiancare alla concentrazione meccanica del PHASER – che costituisce un importante nodo tecnologico – una certa e nota semplicità costruttiva del telaio.
Per chi ama la tecnica e la meccanica applicata il PHASER è uno splendido oggetto che appaga la vista, suscita curiosità ed invita decisamente a scoprirne doti ed efficienza meccaniche.
Per il “profano” è una scatola nera. Un oggetto misterioso che nasconde chissà quali diavolerie ed inutili complicazioni. Niente di più sbagliato! Ma vallo a spiegare all’utente medio!
Ecco dunque una forma “amica” del telaio, molto slanciata, che segue, nell’obliquo la “pancia” del PHASER andando a realizzare l’ottimale congiunzione del nodo di sterzo con l’asse movimento centrale. Questa è una prima rapida idea da cui eventualmente partire per la definizione di un prototipo. Pare che sui campi di gara del Lazio già da tempo si aggiri un UFO con fattezze simili!
Stay tuned!
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